(ANSA) - ROMA, 24 FEB - Aveva chiesto a più riprese appoggio
e aiuto all'allora consigliere del Csm Luca Palamara per essere
nominata procuratore di Larino, cosa che effettivamente avvenne
nel settembre del 2018. Oggi per quelle chat di
"autopromozione"- contenute nel cellulare di Palamara, che la
procura di Perugia ha inviato a maggio del 2020 a Palazzo dei
marescialli - l'attuale Consiglio superiore della magistrati ha
deciso di annullare la nomina di oltre due anni fa di Isabella
Ginefra e di indicare al suo posto, una dei concorrenti
dell'epoca ,Elvira Antonelli, sostituto procuratore a Sondrio.
In realtà la nomina di Ginefra era già stata vanificata nel
2020 dal Consiglio di Stato per altre ragioni, a partire dalla
mancata comparazione del suo profilo professionale con quello di
uno dei concorrenti. Ma il Csm a larga maggioranza oggi ha
deciso di procedere con uno strumento poco utilizzato,
l'annullamento d'ufficio. Lo ha fatto ritenendo che se il plenum
del 2018 avesse avuto conoscenza dei fatti emersi due anni dopo
non avrebbe proceduto alla nomina di Ginefra, vista la gravità
della condotta.
Dalle chat è emerso che non fu solo Ginefra a ricorrere con
Palamara a un'"insistente autopromozione", come ha detto il
relatore Giuseppe Marra (Autonomia e Indipendenza). All'allora
punto di riferimento di Unicost chiese aiuto e sostegno anche
anche il suo diretto concorrente, Antonio Clemente, che in
Commissione ottenne più voti di Ginefra. Un esito non gradito a
Ginefra, che mandò -ricostruisce la delibera approvata oggi
-"messaggi molto contrariati", ottenendo "ancora
rassicurazioni del dott. Palamara sul suo personale
impegno a far ribaltare il voto a livello di plenum ("Sappi
che non mollerò un cm per te"; "Sono più determinato che mai").
Si tratta di una "caduta deontologica", ha sottolineato
Marra, ricordando che "il codice etico dei magistrati vieta di
chiedere aiuto ai consiglieri e di interferire nelle nomine". E
dicendosi certo che "se le chat fossero state conosciute
all'epoca avrebbero certamente portato a valutazione diversa,
tale da impedire la nomina di Ginefra". (ANSA).