(ANSA) - NAPOLI, 03 FEB - "Il Tribunale di Napoli, grazie al
grande apporto della Procura, e in particolare del dottore
Giulio Vanacore che ha coordinato le fasi di indagini e l'accusa
nei vari filoni processuali, ha scardinato una diffusa visione,
erroneamente riduttiva, dei crimini contro la fauna selvatica,
considerati reati minori perché non valutati nella loro
complessità, quali fenomeni idonei a coinvolgere, oltre agli
aspetti ambientali e legati alla salute umana, anche quelli
economici". Così, in una nota, il WWF commenta la sentenza di
condanna inflitta nei confronti di due imputati ritenuti
coinvolti dai magistrati della V sezione della Procura di Napoli
nella pesca illegale e nella commercializzazione di datteri di
mare, un'attività che, come ha accertato l'indagine, ha
provocato "la distruzione di enormi porzioni di fondale marino
nell'area del Golfo di Napoli e dei faraglioni di Capri".
"Gli imputati sono stati condannati a pene di quattro e sei anni
di reclusione e al pagamento del risarcimento e delle spese
processuali a favore delle parti civili, tra cui figura il WWF
Italia, assistito dall'avvocato Andrea Franco".
Nel comunicato viene anche sottolineato "il grande merito delle
forze di Polizia, in particolare alla Guardia Costiera e alla
Guardia di Finanza".
Per il WWF Italia si tratta "di una sentenza storica perché
finalmente si riconosce il bracconaggio come un fenomeno che,
per gli enormi volumi d'affari illeciti generati, è svolto da
soggetti organizzati in maniera professionale". (ANSA).
Pesca illegale di datteri di mare, altre due condanne a Napoli
Pene fino a 6 anni. Per WWF si tratta di "una sentenza storica"
