(ANSA) - ROMA, 10 MAG - "Un inceneritore per la Provincia di
Roma, data la grande quantità di rifiuti prodotta, serve, ma
solo insieme ad un programma di misure su tutti gli aspetti
della produzione e gestione dei rifiuti". Lo scrive in un
comunicato Edo Ronchi, ex ministro dell'Ambiente e presidente
della Fondazione sviluppo sostenibile.
La città metropolitana di Roma, spiega Ronchi, ha 4,2 milioni
di abitanti. Nel 2021 la produzione dei rifiuti è stimata a
circa 2.250.000. La raccolta differenziata è molto bassa e non
cresce: è al 50,4% pari a 1.089.000 tonnellate. Lo scarto da
smaltire dalle raccolte differenziate è il 13/14%; il residuo
delle attività di riciclo da smaltire in peso non è meno del 10%
del rifiuto avviato al riciclo. Quindi, fra impurità delle
raccolte differenziate e scarti da riciclo, abbiamo almeno
200/230.000 tonnellate da smaltire in provincia di Roma. Restano
poi i rifiuti che residuano dagli impianti di trattamento,
meccanico e meccanico-biologico, dei rifiuti indifferenziati:
non meno di altre 400/500 mila tonnellate.
In provincia di Roma non ci sono inceneritori e le discariche
(Colleferro e Civitavecchia ) sono ormai quasi esaurite. Che
fare di questa quota? Ridurla il più possibile con misure di
prevenzione, facendo crescere concretamente e significativamente
le raccolte differenziate, raggiungendo almeno i target europei,
aumentando e migliorando il riciclo, specie della frazione
organica (che per oltre la metà oggi viene inviata fuori
Regione).
Tuttavia, spiega Ronchi, "in questa popolosa provincia, con
una consistente produzione di rifiuti, la quota residuale dei
rifiuti da smaltire rimarrebbe consistente anche se le misure
per ridurla avessero successo. Se si fanno le cose per bene, la
quota da smaltire può essere meno delle 600 mila tonnellate
previste dall'inceneritore proposto, ma resta una quantità
rilevante". (ANSA).
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